L’infinita disponibilità di materiale pornografico pone tre questioni fondamentali. AUTOEROTISMO, ASSUEFAZIONE, ASPETTATIVE.
Grazie al porno, per qualcuno l’autoerotismo è diventato preferibile alla scopata. Se una volta la sega era un surrogato, un vorrei ma non posso, il tofu della sessualità, ora è il piatto principale sul menu. Da un lato è oggettivo che masturbarsi sia più comodo e meno impegnativo di un rapporto sessuale. Innanzitutto, è gratis e a kilometro zero. In secondo luogo, non si rischia di contrarre malattie. Inoltre, per i paranoici post #metoo non si pone l’annoso problema del consenso della partner. L’unico svantaggio dell’autoerotismo è che non puoi sbarazzarti con una scusa banale della persona che ti ha appena fatta venire, ma a parte questo masturbarsi sembrerebbe la scelta più assennata. E il mare magnum di pornografia online fornisce a chi già la pensava così un incentivo a intensificare l’attività, e anzi a dedicarvisi in maniera esclusiva abbandonando quasi del tutto il sesso. Insomma, si sta verificando una specie di Apocalisse zombie, ma con i segaioli al posto dei morti viventi.
Il secondo problema riguarda l’assuefazione. Chi consuma diottrie davanti ai porno, sviluppa un meccanismo molto simile a quello dei tossicodipendenti: non solo è costretto ad aumentare progressivamente la dose, ma nella vita reale non lo eccita più nulla. Anche sui set inizia a verificarsi un fenomeno piuttosto curioso. Prima, quando un attore perdeva l’erezione, interveniva una figura professionale, la fluffer, con il preciso compito di rianimare il moribondo a furia di pompini per rimetterlo in condizione di fare il suo dovere. Ora, sempre più spesso, l’attore in questione, per recuperare l’eccitazione, si apparta qualche minuto e guarda video hard sul cellulare. Non solo le fluffer faranno la fine dei casellanti, ma se persino chi ha a disposizione una pornostar, per farselo venire duro preferisce un video alla realtà, allora davvero non c’è più speranza. La triste storia del porno-attore può sembrare poco attinente alla vita quotidiana, ma con le dovute proporzioni lo stesso accade anche tra comuni mortali. Già negli anni Novanta, Bart Simpson dichiarava che la televisione aveva ucciso la sua fantasia: oggi sono sempre meno le persone che riescono a masturbarsi senza un supporto audio-video, con le tristi ricadute sulla sessualità a due che questo comporta.
Infine, la terza piaga della diffusione del porno gratis sono le aspettative. Chi ancora ha voglia di scopare alla vecchia maniera appartiene a una risicata minoranza. Ma siccome anche gli illuminati membri di questa élite guardano porno, non possono non subirne gli effetti collaterali. Uno su tutti: una modifica delle sinapsi che fa sì che ci si aspetti di trovarsi nel letto quello che si è visto per tante ore sullo schermo. Forse, se si guardassero tutti i giorni i film degli Avengers ci si aspetterebbe di alzare gli occhi e vedere sfrecciare in cielo Capitan America. Di sicuro, chi passa ore su PornHub si aspetta di avere a che fare con femmine che squirtano come geyser. Ed ecco che anche l’ultimo dei reietti improvvisamente avanza pretese di sbiancamenti anali, vulve che boccheggiano come carpe koi, e articolazioni snodate che neanche in Ginnaste – Vite parallele.
All’innalzamento delle aspettative, noi femmine sembreremmo essere immuni, forse perché ci siamo abituate a non aspettarci granché fin da quando giocavamo con Barbie e Ken. Oggi sono apparse sul mercato le Barbie cosiddette inclusive: Barbie principessa dell’elefantiasi, Barbie trisomia 21, Barbie magia delle barriere architettoniche, Barbie squilibrio metabolico. Ma quando ci giocavamo noi, la Barbie era una bionda maggiorata dal vitino di vespa e grandi occhi blu che sembrava uscita dal Progetto Lebensborn di Heinrich Himmler. Insomma, ci siamo dovute confrontare fin da subito con un ideale irraggiungibile. Il colpo di genio della Mattel, però, è stato prepararci fin da piccole al prototipo di maschio che avremmo incontrato una volta cresciute, e così ha creato Ken: un fantoccio con una pettinatura ridicola, la testa vuota e del tutto privo di palle.
(continua)