Due settimane fa, su Instagram, ti sei imbattuta nel profilo di Tommaso Borghi. Era il sogno erotico tuo e delle tue amiche ai tempi del liceo, qualcosa in stile Sposerò Simon Le Bon. La leggenda narra che il suo nome aprisse tutte le porte e le cosce della città. Ex rappresentante d’istituto, amico fraterno di tutti i gestori di locali e discoteche, per anni l’hai incontrato a feste e serate senza mai avere il coraggio di scambiarci più di due parole. Lo ritrovi oggi che pubblica le foto dei nipoti, della sua tenuta da ciclista della domenica e di paesaggi innevati, e pensi che, nonostante il degrado in cui versa, sia ancora più che scopabile, così avviate una chat.
Dopo avere rivangato il passato, elencato vecchie conoscenze comuni e rispolverato qualche aneddoto, la conversazione prende una piega inaspettata e bollente, e iniziate a scrivervi indicibili maialate, che tu naturalmente hai la cura di screenshottare e inoltrare alle tue amiche per farle rodere d’invidia. In particolare i passaggi in cui Tommaso Borghi descrive nei dettagli tutto quello che ti farebbe, dove e come, rivelando una fantasia e una proprietà di linguaggio non comuni, evidente lascito di cinque anni di liceo classico.

Tale è la frequenza e l’intensità dei vostri scambi che ormai, quando senti il suono di una notifica di Whatsapp, la tua vagina reagisce come il cane di Pavlov allo squillo della campanella. Letteralmente. Tuttavia, nonostante il palese e trascinante entusiasmo, Tommaso Borghi non accenna a chiederti di uscire. E allora decidi di passare tu all’azione. Lui dapprima tentenna (il che ovviamente non fa che eccitarti ancora di più) ma alla fine fissate una data.

Nei giorni che precedono l’appuntamento, leggi e rileggi le vostre chat, pratica che in linea di principio, quando si tratta di sexting, sarebbe meglio evitare. Mentre scriviamo messaggi spinti, obnubilati dall’eccitazione abbiamo l’erronea impressione di produrre grande letteratura erotica. Ma la differenza fondamentale tra il sexting e Le età di Lulù è che Le età di Lulù, riletto dopo più di trent’anni, è ancora un classico, mentre tre battute di sexting rilette dopo cinque minuti suonano talmente imbarazzanti che fanno venire voglia di darsi fuoco come monaci buddhisti a Saigon. Nonostante ciò, i passaggi più spinti dei messaggi di Tommaso Borghi ti fanno ribollire il sangue nelle vene, e così arrivi alla sera del vostro rendez-vous carica come una magnum di Cristal in attesa di essere sciabolata.

Gli proponi una rapida bevuta in centro, un po’ perché vorresti tentare di preservare un minimo di dignità non invitandolo direttamente a casa, e un po’ perché sotto sotto speri che qualcuno che conosci vi veda insieme. Una volta in macchina, Tommaso Borghi ti appoggia una mano sul ginocchio, ed è come rovesciare un pacchetto di Mentos in una tanica di CocaCola. Quell’istante ti ripaga di tutte le interminabili assemblee d’istituto a cui hai assistito tra i quattordici e i diciotto anni, in aule stipate di liceali puzzolenti, costretta a sciropparti infruttuose discussioni sulla mancanza di carta igienica nei bagni, solo per lanciare a Tommaso Borghi occhiate concupiscenti e goderti, assieme alle tue compagne, la scena del vostro Che Guevara in Clark’s che arringava la folla adorante. Al termine dell’assemblea, però, lui regolarmente s’imboscava a limonare con le più fighe della scuola, mentre voi vi sorbivate per la millesima volta la proiezione dell’unica pellicola che il tuo istituto aveva a disposizione, la vostra Corazzata Potëmkin: Partigiano Johnny.
Ma stasera sei seduta in macchina con Tommaso Borghi e hai la sua mano saldamente posata sul tuo ginocchio sinistro. Non vedi l’ora di raccontare alle tue amiche che anche tu sei finita in quella schiera di fortunate che sono state a letto con lui. Con appena vent’anni di ritardo sulla tabella di marcia, certo, ma al momento questo ti sembra un dettaglio irrilevante.

Salite le scale di corsa, caracollate in camera alla cieca senza nemmeno accendere le luci e vi spogliate veloci come Clark Kent nella cabina telefonica. A quel punto in mezzo alle gambe hai un pentolino di fonduta: aspetti solo che lui inzuppi il crostino. Nel buio pesto, senti Tommaso Borghi che si sdraia nudo sopra di te e tu non vedi l’ora che inizi a darsi da fare. Già pregusti la descrizione dettagliata che farai alle tue amiche del vostro amplesso, il turbine di passione travolgente, la sua prestazione fuori dall’ordinario, tutte le posizioni più strane, il secondo e magari terzo giro, subito dopo il primo.
Intanto Tommaso Borghi, sempre sdraiato su di te, struscia ritmicamente il pube contro il tuo, ma senza ancora penetrarti: mamma mia, pensi, vuole proprio farsi desiderare! Ti sembra di essere tornata davvero al ginnasio, quando ci si strofinava gli inguini senza togliere i jeans e, dopo mezzo pomeriggio così, ti ritrovavi il clitoride abraso e dilaniato come il cadavere di Ettore trascinato attorno alle mura di Troia.
Stai al gioco e aspetti, in fondo cosa vuoi che siano vent’anni e cinque minuti. Dopo un tempo ragionevole, però, inizi a sospettare che ci sia qualcosa che non va. Come mai Tommaso Borghi indugia sulla soglia, pur affannandosi con tale trasporto? Colta da un dubbio atroce, allunghi una mano tra le tue gambe e con orrore scopri che Tommaso Borghi la soglia l’ha già varcata da un pezzo! Data la posizione in cui ti trovi, non riesci a farti un’idea precisa delle dimensioni di quel pene, ma giureresti di avere ammazzato calabroni più grossi. Tra l’altro, sempre a tentoni, ti sembra di avere sentito sotto le dita del lattice: nonostante la superficie a disposizione sia talmente scarsa che virus e batteri avrebbero serie difficoltà a trovare una collocazione, intuisci quindi che Tommaso Borghi è un fan del sesso sicuro. Buon per te, ma dove li avrà trovati dei preservativi della sua taglia? Nella farmacia delle Polly Pocket?
E soprattutto: davvero hai aspettato vent’anni, vent’anni!, per essere scopata da Tommaso Borghi e quando finalmente succede, non te ne accorgi nemmeno? Di tutti i modi possibili nei quali avresti potuto avere conferma del detto secondo cui è meglio non incontrare mai i propri idoli se non si vuole restare terribilmente delusi, il destino ha scelto questo. Forse avresti preferito limonare con Manuel Agnelli e scoprire che ha l’alito di un Dissennatore.

Mentre ti rivesti, una volta finito tutto, decidi che non racconterai alle tue amiche come siano andate davvero le cose. Ti sentiresti come quell’adulto che rivela ai bambini che Babbo Natale non esiste.
E capisci anche come abbia fatto Tommaso Borghi a conservare per anni la nomea di formidabile amante: tutte le ragazze con cui è stato devono avere ragionato come stai facendo tu ora, decidendo di non dire ad anima viva che il re è nudo e ce l’ha piccolissimo. Nessuna, potendosi vantare di essere stata portata a letto da Tommaso Borghi, sarebbe disposta a confessare anche che è stata l’esperienza più deludente della sua vita e che per sentirlo arrivare bisognerebbe legargli alla base del pene un campanellino, come con i gatti. La scopata con Tommaso Borghi ha quello che si potrebbe definire l’effetto Campovolo: dopo che hai raggiunto un luogo dimenticato da Dio a bordo di un carro bestiame, hai stazionato per ore sotto al sole su un prato brullo, hai dovuto fare pipì in un bicchiere di plastica per non usare un bagno chimico ridotto peggio di una fogna di Giacarta, e hai anche pagato il tutto più che profumatamente, non ammetteresti nemmeno sotto tortura che per più della metà del tempo non hai sentito un cazzo.