I maschi ancora disponibili sono come le MoBike: pochi, difettosi, e Dio solo sa chi ci si è seduta sopra prima di te. Perciò, quando ti capita d’intercettare lo scarto di qualcuna che conosci, è buona norma chiedere informazioni per farti trovare preparata.
Stasera ad esempio hai appuntamento con Filippo, che è già uscito con Marta e Francesca, dalle quali hai saputo che la sua ossessione è succhiare le dita dei piedi delle sue partner.

Il tuo pensiero corre subito a quell’amica di tua madre che, invitata a cena ogni anno per San Silvestro, si faceva tenere da parte le unghie dello zampone per poterle succhiare una a una, pratica che sembrava donarle un piacere impareggiabile. Vorresti tanto domandarle cosa ci trovasse di così inebriante, ma purtroppo è morta. Il che, tra l’altro, getta un’ombra di sospetto sull’abitudine di succhiare le unghie dello zampone.

Non arrivi a capire che gusto ci sia a mettersi in bocca delle dita dei piedi, nemmeno le proprie, figurarsi quelle altrui. Qualcuno potrebbe obiettare che tu hai una passione sfrenata per i lobi delle orecchie: in fondo tutti abbiamo qualche stranezza, e alla fine che differenza c’è tra un lobo e un mignolo? A quel qualcuno risponderesti che a te piace ciucciare i lobi delle orecchie, sì, ma mica tutti. Prediligi senz’altro i lobi giovani, rosei e morbidi, velati di una leggerissima peluria di pesca. Ecco perché, tra le altre ragioni, hai impostato i limiti di età su Tinder tra i 18 e i 28 anni: non vuoi certo ritrovarti a carezzare con la lingua orecchie foderate di setole di cinghiale.

E poi, parte del godimento del ciucciare un lobo sta nel fatto di sentire che piace all’altra persona, e questo, come il sesso orale, dà un grande senso di potere. Ciucciare i lobi delle orecchie è l’Italia in miniatura del pompino: stesso concetto, ma in scala ridotta. Mentre lo si fa, è davvero difficile distinguere il piacere autentico (quello dell’amica di tua madre con le unghie dello zampone, per intenderci), da quello dato dalla sensazione di supremazia che si prova quando si succhia un cazzo. Senza tali sovrastrutture, quale persona sana di mente potrebbe affermare in tutta sincerità di godere nel mettersi in bocca una protuberanza che se ne sta tutto il tempo raggomitolata in un antro buio, caldo e umido, ambiente perfetto per la proliferazione di germi e batteri, con pieghe di pelle tra le quali si può annidare di tutto, e dotata di un orifizio dal quale, un certo numero di volte al giorno, sgorga copiosa dell’urina? Sai che spasso, succhiare una salsiccia che quasi sicuramente non supererebbe i controlli dell’Ufficio d’igiene della ASL, che comunque non puoi mangiare e che è anche totalmente inodore e insapore, e solo se sei molto fortunata.
Che poi, a pensarci bene, anche il piede se ne sta tutto il giorno al buio e al caldo, e ha delle pieghe che possono essere un ricettacolo di sporcizia. E, a differenza del pene, non ha nemmeno un buco da cui zampilla urina. Se saltasse fuori che, tra te e Filippo che succhia dita dei piedi, non è lui quello di bocca buona?

Ma ora veniamo all’annosa questione: come ci si prepara all’appuntamento con un feticista?

Fai una bella doccia. Una volta riemersa dai vapori bollenti, controlli le estremità e scopri che i tuoi talloni sono secchi e crepati come La Cosa dei Fantastici Quattro. Procedi allora con un’intensa esfoliazione, e sguri con vigore come se stessi scartavetrando la vernice da una bicicletta rubata. Non capisci però quando fermarti, perché la pelle continua a sbriciolarsi in microscopici trucioli di cellule morte, al punto che ti domandi se fossero effettivamente già morte, o se tu non stia compiendo una strage d’innocenti. Pochi millimetri prima di avvistare l’osso del calcagno desisti, e distribuisci una generosa dose di crema. Quando provi a muovere un passo, scivoli sul pavimento come una pattinatrice di Holiday on ice, e scampi a una gita nel reparto di ortopedia soltanto aggrappandoti alle maniglie e a tutte le sporgenze che trovi a portata di mano. Seduta sul pavimento, continui a massaggiare ma capisci che avere grattato via i primi sette strati dell’epidermide potrebbe ostacolare non poco l’assorbimento della crema medesima, quindi con un asciugamano cerchi di eliminarne l’eccesso. Ora hai i piedi morbidi e idratati. Anche troppo. E se tutta quell’idratazione, una volta costretta in una calza e in una scarpa, si convertisse in sudore e quindi in cattivi odori? Quante probabilità ci sono che la seconda passione di Filippo sia il formaggio di fossa? Per non rischiare, ti cospargi i piedi di talco, che subito si amalgama con ciò che era rimasto della crema formando una pastella liscia e senza grumi da fare invidia a Benedetta Parodi. Una volta che hai i piedi ridotti come due saltimbocca alla romana pronti per essere buttati in padella, finisci di vestirti.

(continua)