Questa sera sei uscita con Lorenzo. Dottorato in fisica, lavora all’università, è di buona famiglia e sani principi. Ha optato per un ristorante carino ma non pretenzioso, ha scelto un ottimo vino e ha insistito per offrirti la cena. In passato l’hai data per molto meno, quindi una volta arrivati davanti a casa lo inviti a salire. In cucina Lorenzo ti bacia e tu stai ancora cercando di capire se il suo sia un limone da sette o da sette e mezzo, quando ti piazza con sicurezza una mano sul culo e il suo pube inizia a premere prepotentemente contro il tuo, con quel tipico movimento ondulatorio del bacino che visto di spalle lo fa somigliare tanto a uno che si sta accanendo contro un flipper. Non te lo aspettavi, da uno con un dottorato in fisica. Lorenzo, pensi, hai un acceleratore di particelle in tasca o sei solo molto felice di vedermi? Date le esperienze fallimentari che hai collezionato nell’ultimo periodo, prima che perda lo slancio lo spingi in camera. Vi spogliate, e in un attimo ti ritrovi sul letto a quattro di bastoni con la testa di Lorenzo tra le gambe. In realtà il cunnilingus non ti ha mai fatta impazzire. Ti approcci alla questione con il misto di rassegnazione e condiscendenza di un genitore che si deve sorbire il saggio di fine anno dei figli, mentre cerca di sopravvivere ad una colossale rottura di palle dando anche l’impressione di divertirsi un sacco. Ormai sei venuta a patti con il fatto che oggigiorno questa sia praticamente una tappa obbligata. Il cunnilingus è diventato quell’attività per cui il maschio medio si sente estremamente portato, nella maggior parte casi del tutto ingiustificatamente, e quindi non perde occasione per sfoggiare, tutto orgoglioso, questa presunta risorsa. Purtroppo, proprio come nel caso dei saggi di fine anno, chi è sul palcoscenico ha una percezione distorta della propria performance, e persino la bambina più simile ad uno degli ippopotami del cartone Fantasia si crede Pina Bausch. Intervistata in merito, infatti, la controparte femminile non è ugualmente entusiasta. Anche coloro che se ne dichiarano patite in teoria (e sono comunque meno di quante pensino i maschi) crollano miseramente se devono riportare esempi di successo. Il cunnilingus è come il cake design: è facile sostenere che una torta scenografica sia preferibile ad uno sgorbio, ma quante di quelle torte scenografiche reggono la prova dell’assaggio? Spoiler: quasi nessuna. Il problema è che da un po’ di tempo a questa parte tutti i maschi si credono degli Iginio Massari del sesso orale. Quando poi una femmina dichiara di non amare il cunnilingus, arriva sempre il fenomeno che con invidiabile sicumera commenta: -Evidentemente non hai mai trovato qualcuno che fosse abbastanza bravo. Sottinteso: come lui. Tu, mentre per educazione sorridi come ti hanno insegnato a fare quando un cretino apre bocca, tenti di immaginare a quale categoria appartenga il suddetto fenomeno:

L’Aristogatto: dà timide, quasi impercettibili leccate, come un cucciolo di felino ad una ciotola di latte caldo alla Edgar.
L’Idrovora: sembra uno che deve salvare il mondo divorando una fetta d’anguria senza mani.
Il Maestro elementare: traccia l’intero alfabeto usando la lingua come un pennino, maiuscole comprese.
Il Labrador: assesta generose ed entusiaste lappate in un’area che va dalle ginocchia all’ombelico. Ogni tanto centra anche l’obiettivo, comunque.
Il Cuore di panna: succhia il clitoride come uno che abbia staccato a morsi la punta del Cornetto Algida e lo divori dal di sotto.
Il Disossatore: affronta la passera come una costoletta da spolpare fino all’osso. La Natura l’ha fornito d’incisivi, e lui non ha paura di usarli.
A queste categorie si affiancano le sotto-categorie di coloro che, durante il cunnilingus, ritengono prudente ricorrere all’aiuto da casa di Chi vuol esser milionario?, ovvero le dita. Avremo quindi:
L’Antispreco: fruga in profondità con indice e medio compiendo ampi movimenti rotatori, come se dovesse pulire il fondo del barattolo della Nutella.
Il Paperone: rovista con gesti rapidi e urgenti, un po’ alla cieca, come per ripescare una moneta rimasta incastrata sotto al sedile della macchina.
Il 50 Special: manda in avanscoperta il solo pollice, ruotando il polso come quando si accelera in motorino.

Di solito, mentre il saggio di fine anno prosegue, tu ripeti le classi del sistema feudale, dai vassalli ai valvassori ai valvassini, fai l’inventario del contenuto del tuo freezer, pensi ai regali di Natale anche se siamo ancora ad aprile, ti segni appunti mentali come: chiamare l’elettricista per far riparare il citofono, pagare la TA.RI., controllare l’ultima estrazione del Superenalotto.

Sei appena a metà della lista dei fidanzati di Carrie Bradshow quando ti accorgi che Lorenzo, e nello specifico la sua lingua, sta prendendo una strada assai meno battuta. All’inizio pensi si sia perso e lo prendi per un complimento: davvero le tue grandi e piccole labbra, dopo anni di attività, hanno una tenuta tanto stagna da poter essere confuse con un orifizio anale? Chapeau! Ma poi capisci che non si tratta di bussola impazzita: il peregrinare di Lorenzo è del tutto deliberato e volontario. A fugare ogni dubbio è il modo in cui ti manovra per arrivare al suo obiettivo: ti solleva con decisione il bacino e affonda ancora di più il viso puntando dritto appena sopra il coccige.

Ripensi a quando l’unico che ti parlava diffusamente di anilingus, magnificando le proprietà organolettiche del buco del culo, era il tuo amico Eugenio, e a te sembrava una pratica esotica e stramba. Pratica che per altro poco si accordava con le tue fobie in termini di batteri e infezioni in genere. Scopri invece che oggi è una prassi consolidata, e dopo il sorprendente exploit di Lorenzo ti capiterà d’incrociare molti altri appassionati del genere. Il rimming è un fenomeno virale, e mai termine fu più appropriato. Esplorare con la lingua il buco del culo è diventato di gran moda, un po’ come farsi crescere la barba. E tra l’altro, la combinazione delle due tendenze spiega come mai, secondo autorevoli riviste scientifiche, in certe barbe si annidino più batteri che sull’asse del water di un bagno pubblico. La risposta è letteralmente sotto ai tuoi occhi.

Mentre Lorenzo si gode il suo menù degustazione, ti si affacciano alla mente alcune riflessioni. Prima di tutto: per quanta cura dedichiamo all’igiene personale, non potremo mai essere del tutto certi di ciò che percepisca uno che ha la faccia affondata nel nostro culo. A causa della sua stessa conformazione, collocazione e funzione, è pur sempre una parte del corpo fatta per accumulare sporcizia e sulla quale abbiamo meno controllo rispetto ad altre. E inoltre non pensavi che sarebbe diventata meta di pellegrinaggio: l’avevi sempre considerata come quella stanza della casa dove potevi stare più o meno tranquilla che gli ospiti non sarebbero entrati a curiosare. Non che tu non la pulisca come le altre, ma un conto è dare una rassettata in previsione di una cena con amici che, secondo il programma, non si avventureranno oltre il soggiorno, e un conto è dover fare fronte alla visita a sorpresa di un incaricato del Folletto. D’altra parte, pensi, non hai certo chiesto tu a Lorenzo di fare quello che sta facendo. Un procione che decida di sfamarsi frugando nei cassonetti non potrà lamentarsi se dovrà pasteggiare a immondizia.
Secondo punto: chi si dedica al rimming si aspetta che gli venga reso il favore? Esiste forse un galateo che disciplini questioni come questa? Anche se non l’hai mai fatto, immagini che leccare il culo di un uomo sia una sfida più ardua che leccare quello di una donna, e in cuor tuo speri che la parità di genere non si giochi sul diritto di contrarre l’epatite A in modi più creativi che mangiando cozze crude.
Ma la lezione forse più importante che ricavi da questa serata è che ci consideriamo tutti persone estremamente pulite, finché quello che ha appena finito di leccarci il buco del culo non prova a baciarci. Atterrita, guardi avvicinarsi quella bocca che fino a un istante fa si era adoperata alacremente e con grande perizia a perlustrare il tuo perineo, che si accinge a entrare in contatto con le altre tue mucose. Anche questo è un segno del fatto che i tempi sono cambiati: una volta si limonava dopo un coca e rum, oggi dopo una bella scorpacciata di batteri oro-fecali.