Svantaggi della dieta mediterranea: ti troverai a rovistare nel cassetto del bagno all’affannosa ricerca dell’acqua ossigenata per medicare le escoriazioni che ti sei provocata con la crosta della pizza surgelata Buitoni scaduta due anni fa con la quale, in mancanza di una bistecca, hai pensato di contenere l’ematoma sotto l’occhio. Non trovi niente di meglio dell’Amuchina gel, che picchietti sui graffi con l’espressione di John Rambo intento a rammendare lo sbrago sul bicipite con un ago arrugginito e del fil di ferro. A bruciare (più dell’Amuchina gel sulla carne viva) è il fallimento della missione. Non sei riuscita a scattare nemmeno una foto sfocata, storta, brutta, da potere in qualche modo ritoccare per renderla pubblicabile. Stai rimuginando sulla tua carriera da sexy influencer, drammaticamente naufragata ancor prima di avere levato l’ancora, quando Tinder ti avvisa che HAI UNA NUOVA COMPATIBILITÀ e contestualmente ti ricorda che, per conoscere l’identità del tuo nuovo ammiratore segreto, dovrai abbandonare la versione da nullatenenti per passare a quella da disperati professionisti. Poiché non ti senti ancora pronta a questo upgrade, non ti resta altro da fare che darti ad una nuova sessione di spulcio dei profili, nella speranza di assegnare il like giusto e così svelare l’arcano.

Andrea: non male. Se solo ti piacesse il formato in 16:9
Carlo: sushi lover. Già pregusti un avvelenamento da mercurio.
Paolo: stando alla sua bio, cerca qualcuno con cui il tempo trascorra velocemente, perché “quando il tempo non si avverte, vuol dire che è la scelta giusta”. O che sei finito in coma neurovegetativo.
Thiago: brasiliano, appassionato di pallone. A 32 anni, ne dimostra 56: hai scovato il nuovo Eriberto.
Maurizio: si dichiara demisessuale e patito del sadomaso. In pratica, adora farsi seviziare, ma da qualcuno con cui abbia anche un legame stabile. Peccato: tu non ti senti pronta per il matrimonio.
Mimmo: 37 anni. Ha la faccia di uno che, nei mesi scorsi, più che del coprifuoco, avrebbe dovuto preoccuparsi dell’obbligo di firma.
Marco: 33 anni. Impiegato. Tiri a indovinare: nel tempo libero, cosplayer di Carlo Delle Piane.
Francesco: 39 anni. Somiglia a Johnny Depp. Dopo un frontale con Gianluca Grignani.
Edoardo: personal trainer. 29 anni e uno sguardo tra l’intenso e il basito che neanche sul set de “Gli occhi del cuore 2”.
Luca: 43 anni. Dichiara di avere una forte passione per la letteratura e UN INDOLE (sic!) romantica.
Giovanni: 37 anni. Ha caricato appena tre foto, ma ad un primo, superficiale esame, sembra non manifestare ammanchi, di denti, di cromosomi, di punti del Q.I. Il che lo pone già una spanna sopra l’utente medio di Tinder. Senti crescere in te ondate di entusiasmo: da quando hai installato quella app infernale, hai progressivamente ridimensionato le tue aspettative. Di questo passo, l’unico criterio di bocciatura potrebbe essere la saturazione dell’ossigeno inferiore al 70%.
La biografia è stringata, essenziale: Ingegnere, mi piace leggere e visitare mostre. Sono qui per conoscere persone nuove.
Non una parola in inglese, non una foto di moto da corsa/barche di sushi/paesaggi di montagna/raduni di Forza Nuova/pantaloni alla pescatora di jeans (in ordine di gravità).
Rifletti. Sarà il caso di rischiare? Non si può dire che il pericolo sia il tuo mestiere: prima di ogni viaggio Bologna-Cervia fai controllare acqua, olio, pressione delle gomme, livello dell’antigelo, pastiglie dei freni, assenza di crepe sul parabrezza; consulti il meteo, le carte nautiche e gli aruspici; ti assicuri del corretto funzionamento dei quattro carica-batterie per il cellulare che porterai con te; rifornisci la trousse dei medicinali per ogni evenienza, dal calazio all’ebola; accendi un cero alla Madonna di San Luca, perché va bene affidarsi alla razionalità, ma non bisogna mai trascurare l’imponderabile.
Tuttavia, il week end si avvicina, e la menopausa pure. Metti il like a Giovanni. E SCATTA IL MATCH!
– Ciao! – scrive Giovanni, dopo appena qualche secondo.

Aspetti da venti minuti seduta sulla panchina dei giardinetti dove vi siete dati appuntamento. Per la tua prima uscita hai scelto un luogo pubblico, ma a te familiare. Sono gli stessi giardinetti dove andavi a giocare da piccola, dietro la Facoltà di Ingegneria: deliziosamente in tema con il tuo Tinder date e garanzia, secondo tua madre, di un’utenza innocua e del tutto raccomandabile. E infatti, uno dei miti fondativi della tua infanzia è stato “l’Esibizionista”: un uomo sulla soglia della senilità che, secondo la leggenda, si aggirava per quei vialetti con aria svagata e all’improvviso zac!, si apriva l’impermeabile e tirava fuori l’arnese. Avercelo, oggi, qualcuno che all’improvviso zac!, pensi trafitta dalla malinconia.
– È molto che aspetti?
Una ragazzona stile impero con un taglio di capelli a caschetto che accentua la forma già tondeggiante del faccione ti si para davanti come un’eclissi totale.
– Come, prego?
– Scusami per il ritardo.
– Ci deve essere un errore, io sto aspettando Giovanni.
– Sono io! Cioè, sono Giovanna, ma mi percepisco come Giovanni.
Fissi Giovanna/Giovanni e l’unica cosa che percepisci tu è una fortissima somiglianza con Yoghina Yokono delle Seven Fighters. Ti aspetti che da un momento all’altro i due tunisini che si stanno scambiando affettuose strette di mano ai margini del tuo campo visivo srotolino uno striscione con su scritto: SORRIDI, SEI SU SCHERZI A PARTE! ma purtroppo per te non accade nulla di tutto ciò.
– C’è qualche problema, per caso? – domanda Giovanna/Giovanni, adombrandosi.
Nuvole cariche di asterischi si addensano minacciose all’orizzonte.
– Problema? No, no, figurati. È solo che io sarei, come dire, eterosessuale… – balbetti, con il tono contrito di chi sta confessando che nel week end ha il vizio di fracassare il cranio ad innocenti cuccioli di foca.
– Fantastico! Anch’io. Altrimenti, mica ti avrei messo il like.
Non fa una piega.
– Ci prendiamo qualcosa da bere? – propone Giovanna/Giovanni, ora rasserenata/o/*/£/&/§. – C’è un bar carino, da queste parti.

Quando il cameriere posa sul tavolo i cocktail e lo scontrino, Giovanna/Giovanni ti sorride e si guarda bene dal mettere mano al portafogli.
“Maledetta parità” pensi, estraendo una banconota da venti euro.
– Sei da molto su Tinder?
– No, non da molto. Questo è il mio primo appuntamento – rispondi. E probabilmente anche l’ultimo, pensi. Ti senti come quelli che ordinano un cellulare su internet e ricevono una scatola con dentro un sasso e un biglietto con su scritto: Scusami, ma devo pagarmi la rinoplastica 😉
– Anche per me è la prima volta!
Pensi che Tinder dovrebbe aggiungere una sezione dedicata alle recensioni degli utenti, tipo TripAdvisor. Le fotografie non rispecchiano la realtà. Decisamente non vale la spesa. Non ritornerò.
Incidentalmente ti domandi chi sia il disgraziato che compare sul profilo di Giovanna/Giovanni, e se sia al corrente dell’uso truffaldino che viene fatto della sua immagine. Il giustiziere della notte che è in te ha appena deciso che lo scoverà per rivelargli il misfatto compiuto alle sue spalle. E anche perché è un gran figo. Il mondo si divide tra chi brama certe simmetrie da commedia americana e chi mente: scoparti il malcapitato in questione sarebbe un ottimo modo di riparare al torto subito. E di passare un venerdì sera.
Non sapendo bene cosa dire, vorresti chiedere a Giovanna/Giovanni del suo lavoro, ma non sai come porre la questione: Sei un ingegnere? sarebbe come assecondare un delirio. Sei un’ingegnera? d’altra parte vorrebbe dire ignorare deliberatamente la definizione che Giovanna/Giovanni dà di sé (stesso o stessa?). Ti interroghi su una prudente via di mezzo: Sei un’ingegnere? Ma come riuscire a far sentire l’apostrofo? Potresti sempre eliminare l’articolo, tuttavia rimarrebbe l’impasse quanto alla vocale finale. Come diavolo si pronuncia la schwa? E poi, è la schwa o lo schwa? Forse l* schwa. Il che non risolve il problema, perché, puoi starne certa, nessuno sa come cazzo si pronunci un asterisco.
– E così, hai fatto ingegneria.

(continua…)